Giro d’Italia 2018, Basso: “Sullo Zoncolan ci si stacca, non si attacca. Per Aru e Froome è l’ultima spiaggia, ma potrebbero ribaltare il Giro”
Il Giro d’Italia 2018 arriva oggi sullo Zoncolan. Fin dalla presentazione del percorso della Corsa Rosa la frazione odierna viene vista da tutti come una delle tappe chiave dell’intera corsa. Sarà la sesta volta che il Giro arriverà sul Kaiser, la quinta dal versante di Ovaro dopo che nel 2003 venne affrontata da Sutrio. Il bilancio parla di due vittorie straniere con Igor Anton, unico corridore ancora in attività fra quelli ad aver vinto sullo Zoncolan, e Michael Rogers, mentre per quanto riguarda gli italiani ci sono due successi di Gilberto Simoni e uno di Ivan Basso. Proprio quest’ultimo quel giorno staccò in maniera netta il suo avversario per la vittoria finale del Giro Cadel Evans, andando poi a conquistare il trionfo della Corsa Rosa.
Il varesino in un’intervista al Corriere della Sera ha provato ad analizzare la salita odierna: “È una salita così difficile per via dei sei chilometri centrali: pendenza fissa al 16%, non un metro per respirare. Devi mantenere una concentrazione assoluta, essere pronto a soffrire le pene dell’inferno. È un gioco al massacro dove vince chi si mette più in gioco. Nel tratto più duro ci si ritrova davanti in quattro o cinque, allo stremo delle forze. Di scattare non se ne parla: ci si alterna a tirare per 30- 40 secondi a testa, cercando un tempo di pedalata fisicamente e mentalmente sostenibile. Ti sembra di svenire, di doverti staccare da un momento all’altro. Invece devi resistere giurandoti che gli altri stanno come te. O peggio. Nel 2010 dopo otto o nove tirate di Evans ero pronto a mollare quando dall’ammiraglia mi dissero che Cadel aveva perso due metri. Vinsi la tappadue secondi prima di arrendermi e andare alla deriva”.
“Sullo Zoncolan ci si stacca, non si attacca – aggiunge Basso – Chi è in formissima come Yates ha una sola cartuccia, un solo scatto buono. Se sbagli e dosi male le forze, nel punto più duro ti fermi o cadi per terra. Letteralmente. L’unico tratto in cui si può in qualche modo provarci è quello finale, all’uscita delle gallerie dove se lasci andare le gambe fai la differenza”.
Basso si è poi soffermato su quelli che saranno i protagonisti per la giornata odierna: “Chi ha meno da perdere è Dumoulin. Lo Zoncolan si scala da seduti e a ritmo regolare con l’andamento tattico di quelle cronometro dove Tom è maestro. Yates deve guadagnare tempo facendo attenzione a non avere fretta, Pinot e Pozzovivo sono grimpeur esperti, sanno cosa li attende. Per Aru e Froome lo Zoncolan è l’ultima spiaggia: se perdono terreno il podio per loro diventa un miraggio. Ma Fabio e soprattutto Chris hanno grandissima classe ed esperienza: al contrario di molti, io credo che oggi possano ancora ribaltare il Giro”.
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